Acqua in età pediatrica

La crescente esigenza di garanzia e sicurezza per la salute e il benessere del bambino impone una attenta valutazione dei rischi connessi all’utilizzo delle acque potabili sia nella fase della gravidanza che dello svezzamento.

Le riserve maturate negli ultimi anni, anche sulla scorta delle inchieste giudiziarie e giornalistiche, sulla qualità e sulle garanzie di sicurezza dell’acqua potabile di rete e di quella commercializzata in bottiglie di plastica, valgono a maggior ragione quando il consumo è destinato a nascituri e neonati.

In linea di principio, attesa l’alta percentuale di liquidi (75-80%) di cui è composto l’organismo in età neonatale e considerata la maggiore sensibilità delle cellule corporee all’azione delle sostanze che, presenti in varie concentrazioni, possono risultare estremamente dannose, quali nitrati, metalli pesanti, pesticidi, cloro, amianto, piombo, ecc., è assolutamente consigliabile, durante tutto il corso della gravidanza e nei primi tre anni di vita del bambino, ricorrere ad una fonte di approvvigionamento d’acqua che offra garanzie di sterilità e qualità chimico-fisiche controllate e controllabili.

L’acqua deve rappresentare una fonte di salute e di benessere e non un fattore di rischio per lo sviluppo e la crescita in età pediatrica e dell’infanzia. Dotarsi di un impianto domestico di depurazione delle acque potabili di rete è un sistema valido per soddisfare pienamente tali esigenze. I procedimenti di depurazione a filtrazione inversa uniti ai processi di addolcimento e rimineralizzazione garantiscono la salubrità dell’acqua conferendole al contempo un gradevole sapore.